COSA E' IL PROGRAMMA DI EDUCAZIONE COGNITIVA

Le insegnanti Maria Pia Daini e Anna Arrighi , che conducono questo programma metacognitivo, hanno partecipato nel 2002 ad uno specifico corso di formazione su Bright Start, il Programma di Educazione Cognitiva (P.E.C) di C. Haywood.

COS'E' IL P.E.C?
E' un programma di educazione cognitiva rivolto ai bambini della scuola dell’infanzia e del primo biennio delle elementari.

Attraverso attività di gioco, che richiedono un intenso scambio con i compagni, gli obiettivi principali che si intende promuovere sono:
- potenziare lo sviluppo di abilità cognitive e metacognitive
- promuovere lo sviluppo di abilità sociali, come l’autocontrollo, la responsabilità, la condivisione;
- potenziare le abilità motorie, verbali, uditive che sono essenziali per la scolarizzazione successiva;
- strutturare l’apprendimento attraverso attività focalizzate sul pensiero;
- mettere in relazione gli apprendimenti scolastici con le attività quotidiane;
- far interagire i bambini fra di loro;
- rinforzare la motivazione intrinseca all’apprendimento.


QUANDO E COME SI SVOLGONO LE ATTIVITA'  "pensiAMO pensiAMO"?
Queste attività si svolgono una volta alla settimana:
-In classe 1° gli alunni vengono divisi in due gruppi di dieci bambini ciascuno. Ogni gruppo lavora per circa 30 minuti mentre l'altro gruppo, in attesa del suo turno, rimane in classe svolgendo attività diverse.
-In classe 2° le attività "PensiAMO PensiAMO" si svolgono per l'intero gruppo classe. Il laboratorio ha la durata di 1h.
L'insegnante svolge la funzione di mediatore.

IN COSA CONSISTE L'INSEGNAMENTO MEDIATO?
Una delle funzioni importanti dello stile di insegnamento mediato è quella di aiutare i bambini a comprendere il significato generalizzato delle loro esperienze, dei loro nuovi apprendimenti e delle relazioni tra le cose. In altri termini l’attenzione viene focalizzata su “come si apprende” e i bambini vengono portati a generalizzare i processi cui hanno fatto ricorso per risolvere i vari problemi affrontati.


L'insegnante mediatore:
  • pone domande orientate sul processo, più che sul contenuto dell’informazione, perché il modo di trovare la soluzione è importante almeno quanto la soluzione stessa;
  • accetta il più possibile le risposte dei bambini, ma a partire da queste risposte cerca di spingerli ad una riflessione più ampia. Per far questo utilizzano espressioni del tipo: "Ci sono altri modi per risolvere questo problema?";
  • discute le risposte dei bambini, chiedendo loro di spiegarle e di giustificarle. Per esempio, dice spesso "Sì, è giusto, ma come fai a saperlo?" oppure "Facendo in questo modo, che cosa potrebbe non essere giusto?". Le risposte corrette vengono così discusse allo stesso modo di quelle sbagliate;
  • chiede ai bambini di generalizzare a partire da una successione di esempi, di oggetti o di fatti;
  • insegna anche il valore e l'utilizzo delle regole (in senso generale, non soltanto intese come "regole di condotta");
  • aiuta i bambini a migliorare i loro processi di pensiero a livello metacognitivo, questo vuol dire che cerca di portare i bambini a prendere coscienza dei propri processi di pensiero: chiede di pensare al modo in cui fanno le cose, cioè di riflettere e di analizzare i processi e le strategie che impiegano.

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